Accanto al suo amore per la scrittura, negli anni ’50, Emilio Tadini inizia a sperimentare un nuovo linguaggio espressivo: la pittura. I primi dipinti sono il risultato di una ricerca simbolica e figurativa che ricorda molto Bosch. I suoi primi lavori pittorici si presentano già con delle aree tematiche ben precisi, come capitoli di un racconto. Il primo ciclo è “Saggio sul Nazismo” (1960), seguito da un serie di opere intitolate Il giardino freddo e Il posto dei bambini (1966) Sempre in quell’anno inizia il ciclo Vita di Voltaire. Sul periodo pittorico tra li anni 50 e gli anni 60 sono stati realizzati due cataloghi interessanti che toccano alcuni aspetti essenziali del suo esordio pittorico. Il più ricco di spunti di riflessione è Emilio Tadini, Il catalogo 1975 università di parma Emilio Tadininumero 24 di un volume prodotto dall’ Istituto di Storia Dell’arte dell’università di Parma (aprile 1975) con introduzione di Jean Lous Scheffer, Arturo Quintavalle, Guido Ballo, Enrico Crisponti, Maurizio Fagiolo Dell’arco, Vittorio Fagone, Renzo Margorani, Roberto Senesi, Geaorg F. Scwarbauer, Hans G. Tuchel, Marco Valsecchi.

Nel 2008, invece, è stato realizzato un catalo della opere tra gli anni 50 e 60 a cura della galleria Renzo Cortina di Milano (2008) con testo di Flaminio Gualdoni.

catalogho cortinaLa sua prima mostra è a Venezia alla Galleria del Cavallino nel 1961 e il suo primo collezionista è l’artista Tancredi Parmeggiani.

E’ solo l’inizio di un percorso di costante dialogo di Tadini con vari artisti, italiani ed esteri con i quali porta avanti il suo lavoro di ricerca culturale e artistica come Fontana,  Calder, Tilson, Adami, Pardi, Ceretti, Mulas, Varisco etc.

Negli anni a seguire Tadini si avvicinò al realismo esistenziale e integrale tanto quanto alla  “Pop Art” inglese. Nel 1965 partecipa alla prima mostra milanese presso lo Studio Marconi di Milano con Mario Schifano, Valerio Adami e Lucio Del Pezzo. Con questa mostra apre un periodo di intenso lavoro artistico e una lunga collaborazione con Giorgio Marconi dove, insieme ad altri artisti, tutti i giorni si incontra per progettare mostre sue e di altri contribuendo in modo continuativo e ragionato alla diffusione culturale dell’arte del 900 a Milano.

I suoi primi lavori pittorici sono datati anni 50.

1959-1964 Saggio sul nazismo, Paesaggi con figure

1965-1968 Le vacanze inquiete, La famiglia irreale d’Europa, Il giardino freddo, Il posto dei bambini, Vita di Voltaire, L’uomo dell’organizzazione

1969-1970 Circuito chiuso, Color & Co, Le deéjeuner sur l’Herbe, Paesaggio occidentale, Viaggio in Italia, Archeologia

1971-1973 Paesaggio di Malevic, Appunti per un’altra storia, Archeologia, Ulisse & Co., Magasins Réunis

1974-1977 Museo dell’Uomo, Il desiderio del pittore, Parade, Testo, L’atelier

1978-1980 L’angelus novus, L’occhio della pittura, Figura, Le mani di Renoir

1981-1985 Disordine in un corpo classico, Il posto dei piccoli valori, Olimpo, La notte

1985 -2000, Profughi, Città Italiane, Oltremare, Ballo dei filosofi, Nature morte, Fiabe

Nel 1978 e nel 1982 viene invitato alla Biennale di Venezia.

Fin dagli esordi, Tadini si esprime utilizzando la sovrapposizione di piani temporali in cui ricordo e realtà, tragico e comico, giocano di continuo uno con l’altro.

Le sue opere viaggiano anche all’estero:

Parigi, Stoccolma, Bruxelles, Londra, Anversa, Stati Uniti e Sud America.

Nel 1986 alla Rotonda della Besana a Milano presenta una serie di tele che preannunciano il ciclo dei “Profughi” e quello dedicato alle “Città italiane”, poi presentato nel 1988 alla Tour Fromage di Aosta. Questi due cicli incontrano molto interesse e sono il risultato di una parallela maturazione ideologica e concettuale che si riflette anche nei suoi romanzi.

Nel 1990 espone allo Studio Marconi una serie di grandi trittici in cui domina una ricerca di racconto. Del 1992 presenta alla Galerie du Centre di Parigi a serie Oltremare . Nel 1995 alla Villa delle Rose di Bologna vengono presentati otto grandi trittici de “Il ballo dei filosofi”. 


Emilio Tadini parla del suo lavoro dei trittici (lettura di Francesco Tadini)


A partire dall’ autunno 1995 fino all’ estate 1996 una grande mostra antologica e itinerante ha avuto luogo in Germania nei musei di Stralsund, Bochum e Darmstadt accompagnata da una monografia a cura di A.C.Quintavalle.

Nel 1996 la mostra de “Il ballo dei filosofi” viene presentata alla galleria Giò Marconi. Nel 1997 

espone presso la Galerie Karin Fesel a Düsseldorf, la Galerie Georges Fall a Parigi e il Museo di Castelvecchio a Verona. Gli ultimi cicli dipinti sono quelli delle “Nature morte” e delle “Fiabe che nel 1999 sono presentate alla Die Galerie di Francoforte.

Nel 2001 la città di Milano gli rende omaggio con una mostra antologica Emilio Tadini: Opere 1959/2000, a Palazzo Reale. L’esposizione tra le otto sale di Palazzo Reale ha un andamento cronologico e visualizza il percorso del maestro milanese dagli anni Cinquanta-Sessanta ad oggi: dai piccoli quadri d’impronta kleeiana della fine degli anni Cinquanta alla Vita di Voltaire, ai Paesaggi di Malevic, da Color & Co. a Museo dell’uomo, dalle Città  italiane a Oltremare, dal Ballo dei filosofi alle recentissime Fiabe. A curare la mostra è Silvia Pegoraro e, nel catalogo edito da Silvana Editoriale si trovano commenti critici di Umberto Eco, Alain Jouffroy, Marco Livingstone e Arturo Carlo Quintavalle Flaminio Gualdoni e, in traduzione italiana, un saggio di Dieter Ronte (direttore del Museo d’Arte Contemporanea di Bonn) uscito nel 1995 come presentazione della mostra di Tadini al Museo di Bochum. Oltre a uno scritto inedito di Emilio Tadini sul lavoro Fiabe.

Uninettuno Tv- Emilio Tadini parla della sua mostra a Palazzo Reale
Uninettuno Tv- Emilio Tadini parla della sua mostra a Palazzo Reale

A due anni dalla sua morte (2002), per l’esattezza, dal 24 al 25 settembre 2004, presso il Palazzo Reale di Milano, la Fondazione Corriere della Sera organizza il convegno Le figure, le cose a cui partecipano personaggi di spicco della cultura, dell’arte, del giornalismo come Ferruccio de Bortoli, Umberto Eco, Paolo Fabbri, Arturo Carlo Quintavalle, Valerio Adami.

Nella primavera del 2005 il Museo Villa dei Cedri di Bellinzona gli dedica un’ampia mostra antologica. Nel 2007 si tiene a Milano la grande mostra Emilio Tadini 1960-1985. L’occhio della pittura negli spazi espositivi della Fondazione Marconi, della Fondazione Mudima e dell’Accademia di Brera, con un ricco catalogo edito da Skira.

Nel 2008 il figlio Francesco Tadini, registra e autore televisiviso con la giornalista Melina Scalise fonda l’associazione culturale Spazio Tadini in suo omaggio inglobando negli spazi della tipografia di famiglia, lo studio dell’artista. Nel 2015, Spazio Tadini diventa Casa Museo nel circuito Storie Milanesi che raccoglie 15 luoghi della città dove hanno vissuto dei personaggi (artisti, scrittori, designer) che hanno dato un contributo artistico e culturale alla città.

Nelle sale della Casa Museo Spazio Tadini in via Niccolò Jommelli 24 a Milano, sua casa natale, è possibile visitare l’ex studio e vedere opere dell’artista, oltre alla sua biblioteca. Presso Spazio Tadini ha sede l’archivio degli eredi Francesco Tadini e suo Michele Tadini, musicista, compositore.

Principali istituzioni pubbliche con suoi lavori

Galleria d’Arte Moderna, Bologna – Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, Bolzano – Museo del Novecento, Milano – CSAC Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Parma – Stedelijk Museum voor Actuele Kunst, Gent – Museo de Arte Contemporáneo de Caracas Sofía Imber, Caracas