La distanza, 1998

Einaudi nel 1998, La distanza è un saggio costruito a partire da un’analisi approfondita dei diversi valori del termine «distanza». L’indagine procede ad affrontare le implicazioni di questi significati nel campo della psicanalisi e della teoria dell’arte, così come nei diversi settori dell’espressione artistica (scrittura, fotografia, arti visive), mostrando, attraverso un avanzamento per ipotesi e approssimazioni, come i temi cardine della poetica di Tadini si tengano insieme in un coerente sistema di senso: l’opera d’arte, infatti, si collocherebbe per Tadini nello spazio intermedio che separa l’individuo dalla superficie di una realtà sfuggente, conoscibile solo per via di figura; di qui il valore ermeneutico estremamente importante riconosciuto all’attività artistica.

Einaudi nel 1998, La distanza è un saggio costruito a partire da un’analisi approfondita dei diversi valori del termine «distanza». L’indagine procede ad affrontare le implicazioni di questi significati nel campo della psicanalisi e della teoria dell’arte, così come nei diversi settori dell’espressione artistica (scrittura, fotografia, arti visive), mostrando, attraverso un avanzamento per ipotesi e approssimazioni, come i temi cardine della poetica di Tadini si tengano insieme in un coerente sistema di senso: l’opera d’arte, infatti, si collocherebbe per Tadini nello spazio intermedio che separa l’individuo dalla superficie di una realtà sfuggente, conoscibile solo per via di figura; di qui il valore ermeneutico estremamente importante riconosciuto all’attività artistica.

Questo libro dà inizio alla proposta di un “lessico quotidiano” che sia all’altezza dei nostri giorni. Gli scrittori che vi collaborano dovranno interrogare per i lettori alcune parole così usate e abusate da aver perso la ricchezza e la molteplicità dei loro significati. Passare attraverso tali parole (“sperarle”,come vuole il significato secondo il verbo sperare) servirà non solo a guardare gli oggetti, le esperienze e le emozioni di tutti i giorni in modo diverso, ma anche a riscoprire quanto il mondo stesso sia più ricco di come siano abituati a considerarlo. Sarà un lessico non integrato ma neanche apocalittico. Solo quotidianamente differente.

Qui Emilio o Tadini esplora la parola distanza. Una posizione nello spazio, ma anche nel tempo; il modo che abbiamo di guardare il nostro “prossimo”, gli altri, lo straniero; il rapporto che instauriamo con la politica e il potere, anche quello che si esercita nel lavoro di tutti i giorni; l’angoscia che è inevitabile di fronte alle domande ultime della vita; ciò che il nostro desiderio dovrebbe annullare: la dimensione del nostro comprendere l’arte e più in generale il fenomeno estetico: l’orientamento che cerchiamo di mantenere in città sempre più incomprensibili. Quella di Tadini è una piccola, utilissima, guida attraverso la sensibilità contemporanea.

 

Pensando alla distanza di Emilio Tadini, stralcio