Emilio Tadini ci accompagna alla scoperta di cinque capolavori della pittura: L’orchestra dell’Opéra di Degas, La stanza del pittore a Arles di Van Gogh, Le bagnanti di Cézanne, Les Demoiselles d’Avignon di Picasso e L’autoritratto con sette dita di Chagall. Sono cinque opere assai diverse tra loro, che contengono e implicano molte altre pitture possibili, offrendosi allo sguardo come fonti inesauribili di scoperte e rivelazioni: dipinte nel momento in cui si afferma il “moderno”, assommano in sé molte caratteristiche dell’arte del passato e prefigurano quella del futuro.

In una scrittura che procede musicalmente per rapidi frammenti e variazioni, accumulando con tagliente lucidità sensazioni e giudizi, impressioni e idee, affinità e divergenze, Tadini disegna una fitta rete di relazioni, di continui rimandi: e compone – per chi dipinge come per chi guarda, un’educazione dell’occhio che coinvolge tanto il corpo quanto la mente.

 

L’opera L’occhio della pittura commentata da Carlo Arturo Quintavalle