Fondazione Corriere della Sera – convegno su Emilio Tadini -2004

Le figure le cose, percorsi e linguaggi di Emilio Tadini è il titolo del convegno che la Fondazione del Corriere organizzò in omaggio a Tadini a due anni dalla sua morte.

” Questo convegno (…) intende avviare un’indagine scientifica sull’insieme della sua opera e mettere a fuoco gli aspetti della sua personalità poliedrica: il poeta, il narratore, lo scrittore di teatro e, naturalmente, il pittore, ma anche l’acuto critico d’arte, il giornalista sensibile all’impegno civile, il personaggio televisivo ideatore di un nuovo tipo di conduzione.

Il convengo vuole entrare nel laboratorio di un artista rinascimentale, capace di misurarsi con ogni materia, trovando per ciascuno gli strumenti adeguati”.

CONVEGNO ” LE FIGURE LE COSE ” SU EMILIO TADINI A PALAZZO REALE

24-25 settembre 2004

PALAZZO REALE, MILANO

 

Le figure le cose. Percorsi e linguaggi di Emilio Tadini

INTERVENTI DI:

Valerio Adami, Gae Alulenti, Mauro Bersani, Gloria Bianchino, Maurizio Cucchi, Ferruccio De Bortoli, Umberto Eco, Paolo Fabbri, Giovanni Fontana, Aldo Grasso, Clelia Martignoni, Anna Modena, Bruno Pischedda, Arturo Carlo Quintavalle, Giulia Raboni, Roberto Rizzente, Cesare Segre, Carlo Sini, Francesco e Michele Tadini, Gianni Turchetta, Mauro Vallora.

 

 

La Fondazione del Corriere della Sera, grazie al lavoro di Anna Modena, insegnante di Letteratura italiana contemporanea e Storia dell’editoria all’Università di Pavia ha poi pubblicato, grazie alla donazione degli eredi Tadini alla Fondazione un volume che raccoglie scritti poetici e poemetti (anche inediti): Emilio Tadini, Poemetti e Poesie. Scrive Anna Modena:

“La poesia è la prima passione di Emilio Tadini e il cuore del suo laboratorio letterario. Questo libro ne delinea la storia attraverso le carte conservate presso l’archivio storico del Corriere della Sera: gli esordi, tra guerra e dibattiti del dopoguerra, tra fede preconciliare e Fronte della Gioventù, gli anni Sessanta delle nuove ricerche, il grottesco di fine millennio, il patetico che invade la società contemporanea.

Nella giovanile passione eliotiana, la commistione delle lingue, la scelta del poemetto come genere privilegiato e come luogo del racconto, daranno forme nuove e vigorose, a mito e storia, e a quel senso dell’eroe e del tragico che abiterà sempre nella sua ricerca poetica.

Artista della contaminazione, Tadini fonde il linguaggio alto della lirica con quello basso della colloquialità, e i mondi dell’epica e della grande tradizione lombarda con il quotidiano del lavoro, dei mestieri, dei rapporti umani. Percepiti e vissuti oltre il proprio io poetico, in quel reale che è sempre dimensione prima della conoscenza.

Expo – Milano in arte dal 1945 al 2015 – Pignatelli, Adami, Del Pezzo, Tadini: focus sugli anni ’60 a cura di Francesco Tadini e Anna Daelli

Expo – Milano in arte dal 1945 al 2015 – Pignatelli, Adami, Del Pezzo, Tadini: focus sugli anni ’60 a cura di Francesco Tadini e Anna Daelli.

 

Inaugurazione 15 maggio 2015 ore 18.30 a Spazio Tadini . Parte la seconda tappa della Rassegna curata da Francesco Tadini e Anna Daelli su Milano e l’arte dal dopoguerra ad oggi. Spazio Tadini ha già ospitato la prima tappa sugli anni ’50 correlata da un approfondimento sulla figura di Gustavo Bonora. Il 15 maggio apre la retrospettiva sugli anni ’60 un approfondimento su alcune figure significative del periodo: Ercole Pignatelli, Valerio Adami, Lucio Del Pezzo ed Emilio Tadini a cui è dedicato lo Spazio Tadini fondato da Francesco Tadini e Melina Scalise, oggi inserita tra le case museo di Milano.
La mostra si svolge in collaborazione con Fondazione Marconi.

Collaborazione con Fondazione Marconi

I protagonisti dell’arte, dell’architettura, della fotografia, del design e della moda che hanno fatto grande Milano dalla fine della Seconda Guerra Mondiale a Expo 2015 rappresentati e raccontati con una serie di mostre e incontri a Spazio Tadini a cura di Francesco Tadini e Anna Daelli. L’Expo 2015 a Milano rappresenta un’occasione unica per una retrospettiva sul mondo artistico e culturale della città. Continue reading Expo – Milano in arte dal 1945 al 2015 – Pignatelli, Adami, Del Pezzo, Tadini: focus sugli anni ’60 a cura di Francesco Tadini e Anna Daelli

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Milano in arte dal 1956 al 1967 con più di 40 artisti e di 50 opere a Spazio Tadini dal 10 giugno al 10 luglio

Milano in arte dal 1956 al 1967 con più di 40 artisti e di 50 opere a Spazio Tadini dal 10 giugno al 10 luglio.

Tutti gli Artisti in mostra:

Enrico Baj, Alj Cavalieri, Emilio Scanavino, Renato Volpini, Gianni Dova, Giò Pomodoro, Cesare Peverelli, Gianni Bertini, Alfredo Chighine, Gianfranco Ferroni, Ennio Morlotti, Antonio Recalcati, Arturo Vermi, Carlo Ramous, Irmelin Slotfeldt, Edoardo Franceschini, Mario Raciti, Philip Martin, Rodolfo Arico, Sergio Dangelo, Aldo Mondino, Roberto Crippa, Valerio Adami, Giancarlo Ossola, Claude Viseux, Mario De Leo, Marcell Poujet, Lucio Del Pezzo, Valentino Vago, Mino Ceretti, Remo Bianco, Bepi Romagnoni, Lucio Fontana, Ercole Pignatelli, Mimmo Rotella, Giangiacomo Spadari, Ludovico Calchi Novati, Claudio Olivieri, Tino Vaglieri, Carmelo Cappello, Dino Paolini, Aldo Bergolli, Marcello Simonetta, Guy Arloff, Gustavo Bonora, Rosanna Forino, Detier Wallert, Emilio Tadini, Fabrizio Merisi.

La mostra raccoglie una selezione di circa sessanta opere con le quali vengono rappresentati 43 artisti che hanno indiscutibilmente avuto un ruolo da protagonisti nella storia dell’arte italiana e, in particolare, nella Milano anni ’60. L’esposizione è parte della rassegna Milano in Arte 1945 – 2015 che Spazio Tadini dedica alla città di Milano ripercorrendo tappe significative della sua crescita artistica e culturale che culminerà con l’Expo del 2015

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Aeroporto Malpensa: autori illustri in mostra nella sala Pergolesi del Club Sea a cura di Spazio Tadini

Aeroporto Malpensa: autori illustri in mostra nella sala Pergolesi del Club Sea a cura di Spazio Tadini

Aeroporto Malpensa: autori illustri in mostra nella sala Pergolesi del Club Sea a cura di Spazio Tadini.

Una sala esclusiva per i passeggeri iscritti al Club Sea Malpensa che entrano nella sala Pergolesi grazie all’esposizione di opere

di artisti importanti che hanno contraddistinto il panorama artistico italiano. Si possono ammirare opere su carta di: Gianni Colombo, Giulio Paolini, Enrico Baj, Mino Ceretti, Mario Schifano, Emilio Tadini, Gianni Dova, Grazia Varisco, Gianfranco Pardi, Giò Pomodoro, Bepi Romagnoni, Ercole Pignatelli, Roberto Crippa, Valerio Adami, Bruno Munari, Lucio Del Pezzo, Emilio Vedova, Agostino Bonalumi, Mimmo Rotella, Gustavo Bonora, Salvatore Fiume, Ugo Nespolo. L’esposizione a cura dell’associazione culturale e casa museo Spazio Tadini, fondata in memoria di Emilio Tadini, si inserisce all’interno della rassegna MILANO IN ARTE DAL 1945 AL 2015 organizzata in occasione dell’EXPO 2015 e inserita tra le manifestazione dell’Expo in Città.

Spazio Tadini, ormai da anni collabora gratuitamente con il Club Sea Malpensa per contribuire alla diffusione dell’arte italiana. Ogni giorno, migliaia di passeggeri internazionali entrano in un luogo d’accoglienza e d’attesa circondati dal bello che l’arte italiana sa dare.

Aeroporto Malpensa: autori illustri in mostra nella sala Pergolesi del Club Sea a cura di Spazio Tadini.

Tadini su Valerio Adami: un testo dall’archivio curato da Francesco Tadini, del 1959

Tadini Francesco cura l'archivio Emilio Tadini, opere di valerio adami, 1974
valerio adami, 1974

Emilio Tadini, Valerio Adami – a cura di Francesco Tadini dall’archivio  – cat. mostra (Il Naviglio, Milano, 17 – 26 ottobre 1959), Ed. Galleria del Naviglio, Milano, 1959 – molti pittori italiani della generazione che ha lavorato prima della guerra e subito dopo, avevano tra l’altro utilizzato lo choc espressionistico per lesionare l’immagini cara al novecento – dove le sole deformazioni concesse erano in fondo quelle che sembrava derivassero da una lunga inerzia archeologica. Ma bisogona aggiungere che in pittori come Morlotti e Guttuso, subito dopo la guerra, un certo fondo di espressionismo doveva essere fatto risalire soprattutto a “Guernica”: origine che portava con sé una ben più ampia disponibilità (e aggressività) nei confronti del reale di quella concessa dall’espressionismo puro. Poi il nuovo “realismo” fu la soluzione imposta artificiosamente e accettata per pigrizia che portò a molti pittori una fittizia tranquillità. Molti giovani dell’ultima generazione, non a caso, intravidero la prima possibilità di riprendersi in una ulteriore accentuazione dell’elemento espressionistico. Quei giovani pittori si trovavano di fronte a un problema di fondo. Nell’espressionismo è sostanzialmente un accanimento emotivo su una forma figurale accettata di peso da una tradizionale convenzione visiva. Il personaggio è fisiologicamente e intimamente un personaggio “dato”, che viene deformato dall’esterno. La sua sostanza rimane intatta: se ne altera soltanto la periferia. L’immagine è investita dall’emozione, non ne è costituita. Questo ostinato lavoro di eccitazione superficiale è proprio la ragione prima che ha paradossalmente portato un vasto settore della pittura contemporanea a distruggere progressivamente ogni centro dell’immagine e ad accumulare una serie di interventi esteriori fino all’artificio. Questo è il terreno sul quale è risorta pesantemente vittoriosa la materia astratta, oggetto e soggetto unico di un misticismo sensuale e oratorio. Agli inizi de suo lavoro Adami è partito da quell’espressionismo di cui parlavo ma nello sviluppo della sua pittura non è caduto nella soluzione tachiste, nell’espressionismo astratto. Adami si è reso conto che è necessario disintegrare dall’interno la sostanza della vecchia convinzione visiva: e ricostruire una nuova possibilità figurale. Egli si è reso conto che è necessario realizzare una specie di fenomenicità dell’immagine: una sua vitalità più effettiva, concreta in quanto dinamica. Dire che questo è del resto l’atteggiamento più realmente rivoluzionario su cui si fonda la più vera arte contemporanea: dal nuovo senso di presenza totale dell’oggetto nel cubismo (ben oltre ogni apparenza di proiezione geometrica) a quella vertiginosa molteplicità di significati che costituì nei casi più autentici la “magia” surrealistica – per accennare soltanto alla pittura. Questa complessità intellettuale è la conquista più importante dell’arte contemporanea, occorre ripeterlo. E questo conta. Non la mistica virulenza degli istinti, ora dilagante sotto le insegne di una vitalità che è solo esagitazione formale. Non questo ottuso revival, camuffato in mille aspetti, del più greve pittoricismo ottocentesco. Adami lavora in quel filone della ricerca attuale che è più direttamente inserito in una vera tradizione moderna. Nei suoi quadri l’immagine non è più sottoposta ad un gioco di causa ed effetto inteso in un modo superficialmente meccanico. Obbedisce piuttosto ad una più folta logica di relazioni. Per una pittura come questa un oggetto figurale, un personaggio, non è, non si adegua ad un suo simbolo riassuntivo sommario e rigido, ad una sostanzialità astrattamente fuori del tempo: esiste piuttosto, nel continuum delle sue concrezioni dentro il tempo (dentro allo spazio) della sua storia. Queste che si dislocano sulle tele di Adami non sono tanto le tracce inerti di un gesto raccontato: vogliono piuttosto essere le rappresentazioni della complessità reale di un fatto, di un personaggio, che esiste sono nella serie dei suoi gesti, nel suo fare e farsi. Adami si sforza in sostanza di integrare una immagine direttamente al residuo oggettivo del suo accadere. Per questo egli cerca di rappresentare il muoversi di un personaggio in un azione – in un atto – esprimendo visibilmente l’accumulazione degli ininterrotti incontri tra quel movimento oggettivo e lo spazio; che è per la pittura quello che il tempo è per la letteratura. E questo forse può servire ad accennare un spiegazione di quel nucleo elementare che ritorna nelle immagini di Adami: una specie di fascio organico preposto al movimento esistenziale dei suoi personaggi. Il limite che alla distanza può porsi a bloccare un operazione di questo tipo è evidente. Si può rischiare di cadere in una registrazione analitica dei fatti atomici che “compongono” un personaggio o i suoi gesti. Una rappresentazione, allora, che rischierebbe di escludere la possibilità di un aggregato significativo. La soluzione mi sembra possa essere nell’enucleare e nell’esprimere una direzione, una finalità, organica: che dia a quel fluire un suo senso direttamente connaturato. Credo che questo sia il problema che Adami sta affrontando nei suoi quadri più recenti. E. Tadini

– Per qualunque informazione sui testi e sulle opere di Emilio Tadini: Archivio Eredi Tadini (dove troverete anche i contatti per quotazioni delle opere e autentiche), curato da Spazio Tadini e Francesco Tadini a questo LINK

Francesco Tadini è lieto di annunciare l’inaugurazione della mostra di Emilio Tadini – Fondazione Marconi di Milano martedì 18 settembre 2012.

Francesco Tadini
Francesco Tadini